La procura di Arezzo chiude l'inchiesta e mette sotto accusa la famiglia fondatrice dei Landi
La procura di Arezzo chiude l'inchiesta e mette sotto accusa la famiglia fondatrice dei Landi
tra i reati contestati l'associazione per delinquere finalizzata a una serie di reati societari e fiscali
Eutelia, il pm chiede 15 rinvii a giudizio
"Oltre 33 milioni di euro portati all'estero"
Samuele Landi, ex amministratore delegato di Eutelia
e tra i quindici accusati dalla procura di Arezzo
AREZZO - La prima inchiesta penale sul caso Eutelia è arrivata al capolinea. Il pm Roberto Rossi, della procura della Repubblica di Arezzo, ha chiesto il rinvio a giudizio per i quindici indagati tra i quali molti componenti della famiglia Landi, fondatrice dell'azienda.
Con diversi motivazioni e livelli di responsabilità, il pm contesta reati che vanno dall'associazione a delinquere finalizzata al falso in bilancio, all'appropriazione indebita fino alla frode fiscale. Più una raffica di imputazioni minori in cui rientra anche la subornazione di un testimone. Sotto accusa nella famiglia Landi ci sono il presidente onorario di Eutelia, Angiolo, l'ex amministratore delegato Samuele, (protagonista della contestatissima irruzione d'autunno nella sede romana dell'azienda), i fratelli Raimondo e Isacco, il figlio di Raimondo, Sauro, e il figlio di Angiolo, Alessandro.
Sono tutti accusati dell'appropriazione indebita di 33 milioni di euro, più 3 milioni di sterline, che secondo l'accusa sarebbe andata avanti dal 2003 al 2008, fino a quando cioè non scattò il blitz della Guardia di finanza nella sede aretina di via Calamandrei, nelle sedi sparse in Italia, nelle abitazioni e perfino negli aerei della flotta aziendale. In sostanza, secondo la ricostruzione del pubblico ministero, somme ingenti sarebbero state stornate dai conti di Eutelia e dirottate in Svizzera tramite triangolazioni societarie in Inghilterra, Isole del Canale, Romania e Bulgaria, verso banche estere. L'avvocato elvetico Pier Francesco Campana si sarebbe poi occupato di riciclare i soldi attraverso altre società estere.
Un altro filone dell'inchiesta riguarda la cessione alla 'Voiceplus' srl del ramo d'azienda relativo ai numeri telefonici a valore aggiunto. In questo caso si tratterebbe di 62 milioni, secondo gli inquirenti, mai contabilizzati e dunque sottratti agli azionisti di minoranza ed al fisco. La subornazione di teste, in questo filone, è stata contestata al solo Sauro Landi che avrebbe fatto pressione su un testimone affinché desse la versione più favorevole ai Landi. Gli altri imputati sono Daniele Bonarini, Giovan Battista Canali, Alessandro Iaboni, Fabio Luci, Marco Mariotti, Pasquale Pallini, Daniele Bonarini, Maurizio Sorini e Roberto Zambrenti.
La vicenda Eutelia è una delle più scottanti tra quelle per le quali è stato chiesto dai lavoratori l'intervento del governo. Gran parte dei dipendenti, quasi tutti altamente qualificati nell'Information technology, alla fine della primavera 2009 erano stati "ceduti" da Eutelia all'Agile del gruppo Omega che appena insediato ha prima iniziato a ritardare il pagamento degli stipendi e poi annunciato un piano di licenziamenti collettivi per circa 1.200 lavoratori. Il gruppo Omega, tra l'altro, è lo stesso che a luglio 2009 ha acquisito le attività di Phonemedia, colosso dei contact center le cui dodici sedi italiane sono ora quasi del tutto ferme perché i dipendenti non vedono gli stipendi da mesi. Sul caso Eutelia, un'altra inchiesta è stata aperta a dicembre dalla procura della Repubblica di Milano.