Stop adozioni in Romania: parla Melita Cavallo

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15 June 2004

VITA15/06/2004

Stop adozioni in Romania: parla Melita Cavallo

di Benedetta Verrini

Il rammarico della presidente Cai di fronte alla chiusura rumena, la voce dei cooperanti AiBi a Bucarest. E le accuse dell'unica "vincitrice", Emma Nicholson

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"Mi duole immensamente per le migliaia di bambini destinati a restare in istituto". Questo il commento a caldo di Melita Cavallo, presidente della Commissione Adozioni Internazionali, raggiunta al telefono da Vita subito dopo la notizia dell'approvazione, da parte del Parlamento rumeno, della legge sulla "protezione" del minore che di fatto vieta le adozioni internazionali. Con oltre 80mila minori sotto protezione sociale e 40mila ancora in istituto, Bucarest ha deciso di allontanare da sè la responsabilità sui bambini dati in adozione a coppie straniere. Troppe polemiche, troppa bagarre da parte della referente in Europa, la baronessa Nicholson, che non fa mistero di vedere l'adozione internazionale come un "pericolo" per il bambino e che da tre anni minaccia il governo rumeno di non dare l'ok per l'ingresso in Europa. E così, al bando gli stranieri: solo i nonni espatriati all'estero potranno fare un'adozione internazionale. "I bambini sono i loro e possono decidere ciò che vogliono" commenta la Cavallo. "Le nostre coppie dovranno rassegnarsi e rivolgersi verso altri Paesi. Certo, immagino il dramma di quanti avevano già ottenuto l'abbinamento e persino conosciuto il bambino, e che ora devono vivere una tragedia. Una doppia tragedia: la loro, e quella di un bambino che si vede svanire per sempre la possibilità di una vita migliore, dopo che gliel'avevano promessa". "Stare in Europa significa avere strategie e criteri condivisi" conclude la Cavallo, "Dal punto di vista della tutela dei minori, mi pare che la Romania sia ancora molto lontana dall'Europa". Tutto il mondo associativo, ovviamente, è in subbuglio: "A 48 ore dalle elezioni Europee si dichiara la morte dei diritti civili, mentre sono in lutto migliaia di famiglie adottive - ha detto Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini - Chiediamo che vengano restaurati i diritti dei bambini abbandonati in Romania, paese che oggi, con questa legge sull?infanzia, si è collocata al di fuori delle nazioni civili". Amici dei Bambini si appella ora ai parlamentari europei appena eletti affinché d subito affrontino la vistosa contraddizione che vige in Romania: un paese entrato in Europa che di fatto non garantisce il basilare diritto alla famiglia del bambino in stato di abbandono. E dalla Romania, i cooperanti volontari di AiBi, Daniela Trogu e Roberto Zambrenti, commentano il via libera della nuova legge come "il colpo di coda di un parlamento ormai in scadenza, che aveva in ballo questo progetto ormai da tre anni". La Romania si avvia infatti alle nuove elezioni politiche, che si terranno a fine anno. "Penso che solo con il nuovo Parlamento e il nuovo Esecutivo sarà possibile ridiscutere questa norma" dice Zambrenti. La situazione dell'adozione, nel Paese, "in questi anni ha fatto qualche passo avanti, ma non può certo sopperire alle esigenze delle migliaia di bambini già grandicelli in istituto" prosegue. "Posso essere d'accordo sulla scelta dell'adozione solo nazionale, su modello greco, solo se questa viene seriamente promossa. Ma attualmente, in Romania l'adozione è ancora vissuta come una vergogna e chi adotta spesso cambia casa per non essere riconosciuto". Il programma dell'affido familiare, che ha permesso la chiusura degli istituti più vecchi e fatiscenti, non si è basato sulla sensibilizzazione delle famiglie ma sul pagamento di "assistenti maternali", che "ricevono uno stipendio vicino a quello di un assistente sociale laureato" spiega Zambrenti, "Pur avendo fatto una formazione di solo 60 ore. Insomma, da un lato in Romania si è lavorato sulla deistituzionalizzazione riallocando le risorse verso le famiglie professionali, ma dall'altro si è ben lontani da una vera cultura dell'adozione. I livelli di abbandono di minori, ad esempio, non calano. Quindi, si lavora sempre sull'emergenza senza fare promozione nè vera cultura dell'accoglienza e delle responsabilità familiari". La Romania chiude la porta alle coppie straniere, dunque, senza avere una reale capacità di "assorbire" i minori in stato di abbandono. Nelle scorse settimane, molte associazioni americane hanno tentato di fare pressione per bloccare questo esito disastroso, senza venirne a capo. "Troppa poca attenzione da parte delle istituzioni europee per la questione" commenta Anna Genni Miliotti, scrittrice ed esperta di adozioni. "La situazione è stata profondamente deteriorata anche dalla rapporteur del Parlamento Europeo per la Romania, Emma Nicholson. "Ha dichiarato alla stampa che gli stranieri sono un pericolo per i minori rumeni, precisando che gli italiani vanno a prenderli per avviarli alla prostituzione, spagnoli e francesi perché giudicati inidonei nel loro Paese, gli americani per fare traffico d'organi. Alcune mie amiche americane sono andate a manifestare a Bucarest con i loro figli, per far vedere che stanno bene e sono felici!" Emma Nicholson, di fatto, l'ha avuta vinta. E pare che (se ora sarà confermata nello stesso incarico) abbia intenzione di fare la stessa battaglia per la Bulgaria. Amici dei Bambini sta valutando, con legali esperti di diritto internazionale, la possibilità di attivare ogni azione giudiziaria più opportuna per contrastare l'entrata in vigore della legge. La nuova legge del governo rumeno appare infatti in palese violazione della Convenzione internazionale firmata a L'Aja nel 1993. L'adozione internazionale è uno strumento di protezione per i bambini abbandonati e rappresenta uno strumento fondamentale laddove per il minore non sia stato possibile il reinserimento nella famiglia di origine né l'adozione nazionale.

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